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Perché una bussola
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Siamo al centro di un passaggio storico che richiederebbe una consapevole partecipazione dei cittadini, al contrario assistiamo ad un progressivo distacco del popolo dalle istituzioni democratiche. Quello che serve è comprendere che l’emergenza sanitaria e quella energetica, il disastro ecologico e l’innovazione digitale hanno innescato processi che se non sapremo governare determineranno una società sempre più concentrata nelle forme del potere, nella concentrazione delle ricchezze e delle forme di produzione a fortissimo impatto sul pianeta.
Si possono contrastare queste tendenze ma servono politiche di nuova generazione, e soprattutto un nuovo pensiero.
E per questo abbiamo inaugurato le nuove edizioni di Heraion Creative Space con “La bussola di Krisis” che può essere utile per una riflessione e un confronto delle idee.


Perché Roma
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Ci sono tra di noi dei modi di pensare, culture, che ci hanno impedito, quando era necessario, di aggredire la crisi e che hanno contribuito a rallentare lo sviluppo e che oggi di fatto ostacolano la modernizzazione. Così abbiamo tessuto le lodi del sommerso e del “piccolo è bello”: le radici della nostra cultura politica non ci hanno consentito di viver bene con un capitalismo che non fosse camuffato da impresa familiare o da cooperativa. Meglio l’utopia informatica, il sogno di un grande balzo in avanti che, svincolandosi dalle leggi del mercato, cancellerà qualsiasi impossibilità del momento.

Ma la realtà è un’altra. Nella rivoluzione tecnologica non c’è posto per i miracoli e per i sogni. Essa ha già prodotto i suoi effetti e la società industriale ha già dovuto lasciare il passo a quella post-industriale.
Ma le culture dominanti hanno tentato di ignorare quanto stava accadendo o hanno apertamente osteggiato questo processo. È per questo che ci troviamo a vivere in città che non possono essere usate: anche per questo si vive male nelle grandi città italiane.
La città post-industriale è città del terziario, è città dei servizi.
La città di oggi deve essere città di uffici, di grandi alberghi, di centri espositivi e congressuali.
La città postindustriale è città del soft, della cultura, dell’informazione.
Roma è un’altra cosa, la città capitale, al di là del suo degrado rimane la città più affascinante del mondo, con la sua storia e la sua eterna bellezza: “Roma bella da vedere, magica da raccontare”, come quella descritta nel libro, è una “guida” per conoscerla e scoprirla ascoltando le sue canzoni, gustando le sue prelibatezze, leggendo le poesie che la raccontano.